NO - TAV

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  1. Vittoria!
     
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    com'è....come non è...mia sorella è tornata a casa tutta intera e soddisfatta di essere riuscita a rientrare al presidio....
     
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    menomale, vah ... Sinceramente non sto seguendo la cosa ... mi spiace, ma non riesco. Ho la testa da altre parti e non me ne voglio prender carico. Però sentivo La7 poco fa e ho pensato a voi ... così sono venuta a controllare
    cià
     
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  3. mapi61
     
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    ha visto beppe grillo?
     
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    immagino sarà un'altra settimana bella calda questa...
     
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  5. petit bijoux
     
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    Io sono NO TAV.
    Spesso ci capita di andare in val di Susa, a Sestriere o a Bardonecchia, io e mio marito ne siamo innamorati, perciò ti capisco Vittoria, quando dici di essere preoccupata per la valle.
    Capisco anche la tua preoccupazione per la sorellina, ho una sorella e l'adoro..
    Ma i miei no non si riferiscono solo ad un problema ambientale (che già in sè basterebbe a fermare tutto!)...
    leggete, se vi interessa, ciò che ho trovato su internet:




    Torino-Lyon.


    pubblicata da P***** S***** il giorno lunedì 4 luglio 2011 alle ore 19.50
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    Visto che molti lo fanno, esprimo anche io il mio parere sulla Torino Lyon, riprendendo un messaggio scritto di recente ad un amico.



    Sono un ingegnere ambientale di Torino; lavoro a Lyon da 9 anni. In quanto cittadino italiano, ingegnere e pendolare sono fortemente contrario alla costruzione della linea Torino-Lyon.



    Il punto é che questo progetto a fronte di un costo spropositato (15 miliardi per la parte italiana) é un colosso con i piedi d’argilla, per essere buoni. Una gran porcata, per esserlo un po’ meno…



    Per cominciare cito una delle cose che piu’ mi avevano colpito. Il progetto originario (penso abbandonato nel 2006) prevedeva una stazione sotterranea a Modane (3.000 abitanti) ad una profondità di 300m da terra. Che tra l’altro sarebbe stata pagata con i soldi italiani visto che la ripartizione dei costi per la tratta internazionale é, dal 2001, 67% Italia e 33% Francia.

    Il tutto per una tratta sempre meno trafficata, sia sulla ferrovia (il treno che prendevo fino al 2005 per andarea torino da lyon é stato soppresso per mancanza di passeggeri) che sull’autostrada (faccio 2 A/R al mese e ti posso garantire che é una delle autostrade meno trafficate dell’eurpa intera, per i dati ti rimando ai link che seguono).



    Ma riprendo le cose con ordine, lasciando stare il folcklore : Askatasuna, polizia, beppegrillo…...



    Gli argomenti che mi portano a bocciare il TAV/TAC in italia e la torino-lyon (che TAV tra l’atro non é piu’) sono sintetizzabili in due punti fondamentali :



    1) Le linee AV in Italia sono state una truffa ai danni dello stato, nel senso che il loro costo al chilometro é stato 4, 5, 6 volte superiore a quello di una linea in Francia, costo che rappresentava in linea di massima il riferimento ‘a preventivo’.





    Insomma i costi sono lievitati, a seconda delle tratte, del 300, 400, 500, 600 per cento, senza che la ‘politica’ abbia avuto modo di denunciare tale scandalo.

    Nel ’92 l’opinione pubblica italiana si scandalizzava per tangenti sulla metropolitana Milanese che ammontavano al 20% del costo dell’opera. Che dire? I tempi cambiano…

    Questo ci costa quasi 2 miliardi di euro l’anno, per i prossimi 15/20 anni. Per capire a come si é arrivati a cio’ ti consiglio la lettura dei libri di Ivan Cicconi.

    Ma non é tutto. Come molti sanno, in Italia si é parlato di AC (alta capacità) per giustificare la costruzioni di tali costosissime linee. Poiché i flussi passeggeri erano, con tutta evidenza, troppo esigui per giustificare tale investimento, si é detto che quelle linee sarebbero servite per trasportare merci. L’Italia in questo sarebbe stata un unicum al mondo, avendo linee alta velocità per trasportare merci, con tutti i problemi tecnici che questo puo’ comportare (se vuole possiamo ritornare su questo punto). Dico sarebbe, perché questa era semplicemente una balla, e a qualche anno ormai dall’apertura delle linee non UN solo treno merci vi é transitato.

    Per me questo é troppo. Non si possono dire castronerie e mettere le mani sui soldi pubblici con tale disinvoltura.

    In sunto, se le linee AV in Francia rappresentano l’efficienza dello stato e dell’amministrazione francese, quelle italiane, purtroppo per noi, rappresentano il degrado e la corruzione della politica italiana. Cio’ accade quando l’interesse di chi costruisce sopravanza di gran lunga l’interesse della collettività.

    Purtroppo é anche il caso della Torino Lyon.



    2) Nel caso della Torino-Lyon i numeri parlano chiaro. Non esiste nessun dato fattuale che possa far pensare ad un incremento sensibile dei flussi di merci sulla tratta.


    Sia parlando dell'andamento del traffico su rotaia che di quello su gomma, in entrambi i casi i modelli di crescita previsti dai proponenti dell’opera sono alquanto in disaccordo, per usare un eufemismo, con i dati reali.

    E lo sono a tal punto che purtroppo viene da dubitare (visti anche i pregressi della rete AV affrontati al punto 1) dell’onestà (e non solo quella intellettuale) di chi li ha formulati.

    Comunque, i fatti (ovvero le misure dei flussi di traffico) ci dicono che non abbiamo nessun elemento per predire una saturazione della linea esistente per i prossimi 30 anni (a dir poco).

    Per arrivare a tale scenario bisogna utilizzare una serie di artifici. Bisogna ad esempio conteggiare, come fanno Virano and company , tutto il traffico (sia su gomma che su rotaia) che attraversa l’arco alpino nel nord-ovest e proiettarlo magicamente sulla linea ferroviaria torino-modane-chambery-lyon. Due colpi di bacchetta magica: concentrazione dei traffici su una sola linea e completo trasferimento modale gomma/ferro. Ma questo é del tutto arbitrario. Con tale procedimento sarei in grado di giustificare qualsiasi tipo di tunnel o infrastruttura in qualsiasi valico dell’arco alpino. Non penso che la logistica o l’ingegneria dei trasporti sia una scienza esatta. Pero’ un livello minimo di scientificit& agrave; va salvaguardata. Perché mai uno scenario del genere dovrebbe un giorno verificarsi ? Potremo quanto meno convenire sul fatto che tale scenario é quanto meno molto poco probabile ?

    E per rispondere alle esigenze indotte da questo scenario noi saremmo disposti a spendere 15 miliardi di euro ? Dico 15 ben sapendo che, come per il resto della rete AV italiana, i costi potranno lievitare del 300, 400 percento , portando I costi a 40, 50, 60 miliardi… chissà…

    Non credi che questi soldi potrebbero essere spesi rilanciando i settori di ricerca e sviluppo in Italia , o che potrebbero essere semplicemente risparmiati per evitare tagli ulteriori all’istruzione o alla sanità pubblica?



    A questi argomenti devo aggiungere poi un’appendice, visto che la mia amica Sara dice che non tocco due punti cari ai "buon-sensanti" :



    a) a livello simbolico non farlo vuol dire accettare che il piemonte sia tagliato fuori da tutto ;

    b) ci danno un sacco di soldi e lavoro.



    a) « Piemonte tagliato fuori »



    Per rispondere a questo argomento, purtroppo, é difficile usare argomenti ben circonstanziati poiché si entra nel dominio delle leggende metropolitane.



    Fassino in una recente intervista parla di percorsi alternativi che passano da Ventimiglia o da Ginevra, la cui approvazione sancirebbe il nostro isolamento. Queste argomenti, per chi si é occupato un po’ del problema valgono tanto quanto i proclami per un premio nobel a Lampedusa agli occhi di chi si occupa di problemi di immigrazione clandestina. E anche difficile trovare parole per contraddirli. Come quando ti senti dire che la legge sul ‘legittimo sospetto’ salvaguarda l’imputato nel caso in cui questi avesse avuto una relazione intima con la moglie del giudice (ricordate ?).



    Comunque provo a rispondere con argomenti razionali :



    Io penso che se fosse cosi’ urgente uscire dall’isolamento tramite un collegamento strategico con Lyon, il sindaco di Torino ed i presidenti di Regione Provincia della camera di commercio etc… etc.. etc…

    avrebbero potuto, in questi anni, quanto meno impegnarsi affinché non fosse soppresso (dal 2005) il collegamento diretto tra le due città, per non dire potenziato, incentivato, favorito, pubblicizzato…



    Facendo il pendolare su Lyon da quasi 10 anni una cosa mi é chiara, tutto interessa fuorché l’efficienza di questo collegamento ferroviario. Aggiungo, purtroppo per me, e per quelli come me che fanno Torino-Lyon due,tre, volte al mese.

    Per questi motivi, parlare di « isolamento » mi pare del tutto pretestuoso.

    Anzi, per me chi tra i politici locali lo invoca ha la stessa credibilità di chi annuncia di voler la scuole dell 3 I e poi taglia le classi di inglese.



    Penso invece che l’isolamento si romperà valorizzando intempi rapidi la linea esistente e facendo in modo che Torino ed il Piemonte ri-diventino un meta, in quanto di polo di ricerca, di produzione, di sviluppo tecnologico e di saperi.



    Certo non é affatto semplice, ma di certo non sarà un risultato che si ottiene investendo tutte le risorse a noi destinate scavando un buco per vent’anni (se va bene).



    b) « ci danno un sacco di soldi e lavoro »



    Questo argomento a mio avviso riduce le ambizioni politiche piemontesi a quelle che hanno animato per quarant’anni la cassa del mezzogiorno.



    Se ci danno i soldi facciamo… o peggio, troviamo un pretesto per costruire….

    Cominciamo, poi chissà come e quando finiremo... e il giorno in cui avremo finito vedremo a cosa servirà... Con quest’ottica la piana di Termini Imerese è oggi invasa da capannoni industriali inutilizzati e il sud italia disseminato di opere pubbliche piu’ o meno inutili che sono rimaste incompiute.



    Si svende il territorio e si seleziona una classe politica che si adatti a queste logiche localistiche, che ben si prestano a diventare clientelari. In fondo se l’obiettivo é dare lavoro e se l’utilità dell’opera non é cosi’ prioritaria, perché mai dovrebbe essere prioritaria la competenza di che si vedrà assegnati lavori, studi, incarichi…..



    Questi argomenti hanno poco a che vedere con uno spirito d’efficenza europea tanto invocato ed molto con il clientelarismo e l’assistenzialismo italiano.



    Per finire, si parla di 4000 posti di lavoro su vent’anni, al costo di quindi di almeno 4 milioni l’uno.

    Posti di lavoro a bassisimo valore aggiunto (perlopiu’ si tratta di fare cemento). Con quei soldi si finanzia una generazione di ricercatori….



    E' lunghissimo, ma chi ha tempo e voglia lo legga...mi ha chiarito molti punti -_-
     
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  6. mapi61
     
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    effettivamente...mi sto convincendo che si tratta proprio di una porcata ;)
     
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  7. petit bijoux
     
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    sante parole! :D
     
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  8. Vittoria!
     
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    12/07/2011 - il caso
    I No-Tav accusano l'Europa
    "Complice del blitz in Valle"

    I dubbi di Corgiat, Settimo:
    insostenibili i tempi
    della nuova linea
    ALESSANDRO MONDO, MASSIMO NUMA

    torino

    Chiarezza sulla Torino-Lione: la sollecita Aldo Corgiat, sindaco di Settimo e Sì-Tav convinto, perplesso da tempi troppo lunghi. Per di più, nello stesso giorno in cui il Movimento contro la super-linea torna a prendere l’iniziativa scrivendo nientemeno che a Siim Kallas.

    Chissà cosa penserà il presidente della Commissione Europea scorrendo la lettera in cui lo si accusa «di aver contribuito a scatenare le aggressioni poliziesche ai cittadini nella località La Maddalena a Chiomonte legittimando la fantomatica scadenza del 30 giugno». Superata la quale, com’è noto, Bruxelles aveva minacciato il taglio dei fondi comunitari per costruire la Tav. Un taglio in parte avvenuto e sul quale ieri è tornato anche Antonio Tajani, vice-presidente della Commissione. «E’ incredibile che si perdano soldi europei per colpa di sparute minoranze che ricorrono alla violenza».

    Il cantiere di Chiomonte non è stato installato perchè non è stato lanciato nessun bando di gara europeo, sono pendenti ben tre ricorsi davanti al Tar del Lazio e 128 prescrizioni del Cipe dovranno essere osservate prima che possa venire aperto. Questo, in sintesi, il promemoria dei No-Tav, che liquidano l’avvio dei lavori come un’operazione squisitamente mediatica: oltre la rete, niente; nulla che ad oggi giustifichi i fondi di Bruxelles. Non solo: il Movimento, che ieri ha presentato domanda al Comune di Chiomonte per accedere ad alcuni terreni di proprietà a ridosso del «fortino», chiede a Kallas di avere accesso ai documenti europei e di poter interloquire con l’Europa senza alcuna mediazione».

    Immediate le reazioni del mondo politico. Lapidario Roberto Cota: «L’obiettivo è mantenere tutti gli impegni sulla Tav per impiegare al meglio le risorse già destinate». «L’opera si farà a dispetto del Movimento No-Tav». Protestano Enzo Ghigo e Agostino Ghiglia. Michele Coppola, Pdl, invita Fassino a visitare insieme il cantiere di Chiomonte per dimostrare la comunevolontà di realizzare l’opera.

    Tutto questo nel giorno in cui Perino è stato denunciato da Ltf, tutelata dall’avvocato Alberto Mittone, per minacce contro gli operai e il primo cantiere Tav - «L’assedio è riuscito e le forze dell' ordine devono sapere che torneremo alla Maddalena, non so se ogni settimana o ogni quindici giorni, ma non lasceremo che questo cantiere vada avanti», aveva proclamato il 3 luglio al termine degli scontri - e nel quale arriva la presa di posizione di Corgiat.

    Cosa turba il sindaco di Settimo? I tempi e il merito di un’opera dimezzata dal progetto di fasaggio, altrimenti noto come «progetto low-cost», che ha preso piede negli ultimi mesi: «Delinea tre fasi prioritarie, due relative al nodo di Torino e la terza in Valle di Susa, con tempi di realizzazione decennali. Vorrei sapere chi ha deciso, e perchè, di passare al fasaggio. In ogni caso, parliamo di un’opera che sarà terminata fra trent’anni, con tempi incompatibili con quelli delle moderne democrazie. Se la Tav serve per affermare un principio, ci sono altri modi per farlo. Se invece è essenziale, allora bisogna realizzarla tutta e subito». In sintesi, la richiesta è di riportare il progetto al tavolo politico per accelerarne i tempi.

    Concetto ribadito da Corgiat alla Festa del Pd di Settimo durante il dibattito con Antonio Saitta («favorevole a discuterne, ma oggi il tema è quello dell’ordine pubblico»), la Bonino e il deputato Pd Stefano Esposito. Quanto basta a movimentare il clima anche tra i democratici.
     
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  9. Vittoria!
     
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    cronaca

    14/07/2011 - tav, IL NUOVO OSTACOLO

    La manovra del governo
    minaccia la Torino-Lione


    Cancellata la commissione che deve ratificare la valutazione di impatto ambientale dell'opera. Scatta la corsa contro il tempo per salvare i finanziamenti Ue

    ALESSANDRO MONDO


    torino

    È il classico granello di sabbia che può bloccare un ingranaggio tanto imponente quanto delicato. Nuova tegola sulla Torino-Lione: lo spettro della perdita del finanziamento dei fondi europei è tornato a materializzarsi quando si è appreso che nel corpaccione della manovra in fase di confezionamento ad opera del governo manca l’emendamento tramite il quale Roma autorizza il rinnovo della commissione incaricata di disporre la «Valutazione di impatto ambientale» (Via) della tratta internazionale della Tav.

    Oggi come oggi la Via esiste, e dà parere positivo ai contenuti del progetto, ma sotto forma di una semplice istruttoria che dev’essere seguita da un documento scritto. In una parola, bisogna ratificarla. Manca chi deve farlo, vale a dire la nuova commissione. In assenza della Via, con i timbri e i controtimbri del caso, a cascata minacciano di saltare tutti i provvedimenti conseguenti e ormai inderogabili per garantire i finanziamenti europei: in primis, l’approvazione del progetto da parte del Cipe.

    Parola di Stefano Esposito e Agostino Ghiglia, i deputati di Pd e Pdl che per primi si sono resi conto della portata della faccenda e hanno lanciato l’allarme. «È inaccettabile che per colpa di quattro burocrati e delle incomprensioni tra Letta, Tremonti e la Prestigiacomo si mandi in fumo il lavoro di un’intera Regione e si vanifichi l’impegno dei 200 poliziotti feriti a Chiomonte - protesta Esposito -. Il governo deve rimediare subito».

    Nelle stesse ore l’allerta veniva rilanciata dalla società «Lyon Turin Ferroviaire», mentre Mario Virano - presidente dell’Osservatorio tecnico sulla Tav - contattava il sottosegretario Gianni Letta per metterci una pezza. Raccontano che anche il ministro Maroni sia rimasto basito alla notizia, a maggior ragione considerato l’impegno di uomini e mezzi disposto dal Viminale per garantire l’apertura del cantiere di Chiomonte e rassicurare Bruxelles. Tutto questo nel giorno in cui un nutrito gruppo di europarlamentari indirizzava una lettera bipartisan al presidente della Commissione Ue Barroso e al commissario ai Trasporti Kallas per ribadire solennemente la volontà di realizzare la Tav.

    Il percorso che ha portato a una situazione così paradossale è drammaticamente chiaro. La vecchia commissione deputata a rilasciare la Via è scaduta un mese fa lasciando l’istruttoria aperta sul tavolo. Il decreto per rinnovarla, firmato dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, è finito su un binario morto della Ragioneria dello Stato: la quale, ottemperando alle severe disposizioni del suo collega Giulio Tremonti sul taglio delle spese, si è presa una bella pausa di riflessione in attesa di capire quali costi presuppone il nuovo organismo. Un falso problema se è vero che la commissione si autofinanzia con una percentuale versata dai privati, protesta Agostino Ghiglia, Pdl, poco tenero verso il titolare del Tesoro peraltro accusato recentemente da Guido Crosetto di essere un semplice ragioniere. «La commissione non costa nulla, quella di Tremonti è una posizione strumentale», rincara Ghiglia, deciso a tentare il tutto per tutto: l’operazione, disperata alla luce di tempi troppo stretti, consisterebbe nell’introdurre il famoso emendamento che rinomina la commissione Via nel decreto rifiuti.

    Rassicurante Roberto Cota. In serata, dopo essersi attivato con Tremonti, Calderoli e Maroni, si è detto fiducioso che l’emendamento sarà inserito nella manovra: «Di certo non abbasserò la guardia. Mi appello anche alle opposizioni, la Tav è di tutti».

    O si trova il modo di riesumare la commissione in tempo utile, e i tempi sono quelli legati all’approvazione di una manovra da licenziare a tambur battente per rassicurare i mercati, o non resterà che presentarsi a Bruxelles con il cappello in mano da Barroso e dalla Kallas per chiedere l’ennesima proroga. Un bel pasticcio, da qualsiasi lato lo si guardi.



    ...scusate ma mi viene da ridere.... :boy2:
     
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  10. mapi61
     
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    Che incompetenza :o:
     
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    granatiere granitico

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    La prima capitale d'Italia

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    i no-tav,vestiti di tutto punto in camicia nera ed orbace, si radunano in val di susa fingendo di commemorare i repubblichini ed i celerini li lasciano in pace...
     
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